100 anni di Scuola di Architettura. Testimonianze e storie 1958 – 1980 Documentario Realizzato in occasione delle Celebrazioni del Centenario della Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma Anno: 2021. Durata: 1h e 48 min. Formato Full Hd. Stereo. Colore Pal. Ideazione Federica Dal Falco Cura scientifica Federica Dal Falco con Valentina Valentini e Flavia Dalila D’Amico, Dipartimento PDTA Hanno partecipato, Professori e architetti Carmen Andriani, Laura Armiero, Giovanni Carbonara, Luciano Cupelloni, Giangiacomo D’Ardia, Nicola Di Battista, Antonella Greco, Franco Purini, Carlo Severati, Laura Thermes Realizzazione video interviste Studenti dei corsi di Multimedia design (Prof.ssa Federica Dal Falco) e di Arti elettroniche e digitali (Prof.sse Valentina Valentini e Flavia Dalila D’Amico), Corso di Laurea in Design Comunicazione Visiva e Multimediale Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma Montaggio, consulenza tecnica e postproduzione Agostino Conforti, Laboratorio Multimediale DISPeS UNICAL Progetto grafico e motion design Cristina Chiappini con la collaborazione di Giulietta Maluta Fotografia e realizzazione videointerviste Rachele Brunetti, Alessandro Buzzi, Vittoria Dongu, Simona Elena Grigore Fotografia e realizzazione videointervista Giovanni Carbonara Ylenia Campanelli, Tullio Persiani, Flavia Pilato, Mario Sbardella Fotografia e realizzazione videointervista Franco Purini Amal Anmili, Marzia Carosi, Irene Mirenda, Giulia Villa Supervisione tecnica videointerviste Fabio Massimo Iaquone, Luca Attili Musica Fabio Massimo Iaquone Sinossi 100 anni di Scuola di Architettura. Testimonianze e storie 1958 – 1980, è un progetto di ricerca storica, multimediale, interdisciplinare e didattico, realizzato in occasione delle Celebrazioni del Centenario della Scuola di Architettura. Il Documentario è il frutto della collaborazione tra docenti e studenti del Corso di Laurea in Design Comunicazione Visiva e Multimediale di Sapienza Università di Roma, con il supporto di professionisti nei campi della grafica e multimedialità. Il prodotto è stato costruito avvalendosi di due tipologie di materiali audiovisivi: le testimonianze orali di importanti personalità un tempo studenti della Facoltà e documenti conservati negli Archivi e nelle cineteche della nostra città, che hanno consentito di tratteggiare temi, protagonisti, eventi politici, fenomeni sociali e di costume. Di generazione in generazione le testimonianze di Carmen Andriani, Giovanni Carbonara, Giangiacomo D’Ardia, Nicola Di Battista, Antonella Greco, Franco Purini, Carlo Severati, Laura Thermes, ci conducono attraverso il tempo, richiamando il pensiero e le azioni di architetti, docenti e intellettuali che hanno costituito un riferimento della cultura progettuale italiana e internazionale. Le memorie dei protagonisti sono alimentate dalla storia e viceversa. La ricomposizione in frammenti tra la materia soggettiva del ricordo che arricchisce e plasma e gli inserti d’epoca lascia spazio ad altri approfondimenti. Un mosaico di memorie che non ha pretesa di esaustività, e rappresenta una delle angolazioni attraverso cui rileggere alcune tra le tante storie che hanno accompagnato l’evoluzione della Facoltà. Soggetto Un elemento peculiare del Documentario è il suo basarsi su due dati connaturati nell’Istituzione universitaria. Il primo è il più lapalissiano, ma anche il più singolare: riguarda la coesistenza in uno stesso luogo e per un certo tempo di diverse generazioni, legate da interessi e obiettivi comuni, da percorsi culturali e di ricerca. Questa coabitazione porta con sé una sostanza propriamente umana, dove le relazioni tra singoli studenti, docenti e gruppi si intrecciano e si rompono, tra amicizie e inimicizie, scelte di campo politiche, disillusioni e successi. Un eterogeneo insieme di storie e cronache che da un certo punto di vista ricorda i grandi affreschi balzachiani e potrebbe essere studiato in modo sistematico nei suoi aspetti propriamente umani e sociali. Il secondo è la sua funzione primaria e riguarda l’insegnamento e la trasmissione dei saperi, da inquadrare in modo ampio, non solo dal punto di vista dei contenuti, delle metodologie e degli aspetti pedagogici, ma anche come influenza dei linguaggi, delle posizioni culturali, dei comportamenti e del gusto. Università quindi non solo come luogo della conoscenza, ma anche come spazio esistenziale e teatro delle vicissitudini di generazioni a confronto, legate agli eventi storici e politici che hanno segnato il nostro paese, la nostra città, la complessa identità della Facoltà. Nel video, questo elemento è ben presente nelle testimonianze dei docenti e architetti intervistati e negli inserti audiovisivi che restituiscono una fenomenologia e un’antropologia tutta romana. Il periodo considerato fa riferimento alle iscrizioni alla Scuola di Architettura e al conseguimento delle lauree delle due generazioni che hanno partecipato. Se alla fine degli anni Cinquanta, la formazione degli allora allievi iniziò durante il boom economico con il passaggio all’Università di massa, la nascita del Movimento studentesco, l’identificazione tra politica e cultura e l’esplosione del 68; la generazione successiva si trovò nel pieno delle contraddizioni tra anni di piombo e estate romana, e nel mantenere saldi alcuni riferimenti maturati dalla precedente approdò al guado del pensiero postmoderno con rinnovata capacità critica. Nel tentativo di comunicare le complesse e irripetibili stagioni che segnarono la Scuola di Architettura di quegli anni, abbiamo concepito la struttura del Documentario come un libro in capitoli. Dalle interviste sono emersi tre temi comuni, autonomi ma interrelati, che sono stati divisi in altrettanti tempi: la Formazione dei protagonisti esperita tra il 1958 e gli anni Ottanta, il manifestarsi e l’esplodere di Conflitti dal 1963 agli albori della postmodernità, il Disegno manuale quale pratica concettuale della simultaneità dell’atto progettuale a confronto con la rappresentazione digitale. Questa sorta di antologia vivente porta con sé molte questioni legate alla storia dell’architettura, ai cambiamenti culturali, politici e dei costumi, che aprono al confronto, all’approfondimento e a nuove prospettive. Tra i diversi argomenti spiccano le contrapposizioni ideologiche, collegate a docenti e a gruppi di studenti e associate alle scelte culturali, come la battaglia per l’organicismo di Bruno Zevi, il vulnus che identificò quale reazionario Saverio Muratori e il suo insegnamento e la scelta di molti per il “dubbio quaroniano”, l’ostracismo di cui sono stati oggetto architetti e opere del ventennio il cui mercoledì delle ceneri non è ancora tramontato, il rapporto con l’antico e la colleganza tra storia e progetto, la crisi profonda della professione già denunciata da Maurizio Sacripanti, l’inevitabile incomunicabilità tra le generazioni che nel 68 si presentò con toni asprissimi. Un quadro che fa riflettere sulla possibilità di rileggere in controluce gli elementi di continuità e discontinuità tra l’architettura degli anni Venti e Trenta del Novecento, l’Italia del dopoguerra, e via via le opere giunte fino a noi. Ma anche la complessità delle posizioni culturali e delle politiche universitarie che hanno contraddistinto la storia della Facoltà. Vi è poi la nascita degli studi, quel singolare fenomeno che a Roma si manifestò in modo macroscopico. Nella cosiddetta “controscuola”, gruppi di studenti discutevano, progettavano e autogestivano i loro riferimenti culturali attingendo alla filosofia e alla politica nel segno della sperimentazione interdisciplinare tra arte, architettura, teatro, cinema. Un approccio antesignano delle contemporanee teorie e pratiche votate alla contaminazione dei saperi, che andrebbe riconsiderato e analizzato a fondo per comprendere la continuità e discontinuità che lega la rinnovata integrazione dei rapporti complementari fra le discipline alle sue radici. Un altro sottotema riguarda la produzione culturale e scientifica con opere prestigiose quali il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica diretto da Poalo Portoghesi, o la fondazione di nuove riviste come Controspazio, che costituirono un luogo di confronto tra studiosi e in generale tra le diverse tendenze dell’architettura italiana. Anche considerando le modalità con cui in quegli anni si sviluppò il rapporto tra l’architettura e i media, portando il dibattito disciplinare nelle case degli italiani con la partecipazione a programmi televisivi di personaggi di spicco della cultura del progetto. Infine il sottotesto che permea il clima culturale del periodo. E’ il tramonto della distinzione tra “cultura alta e cultura bassa” che costituisce il fil rouge delle esperienze dei protagonisti, ricordato come uno dei fenomeni più importanti della modernità in un gioco di specchi tra memorie e interventi presenti nei documenti audiovisivi. Per concludere, il nostro obiettivo è stato quello di restituire una delle possibili letture delle modalità con cui si sviluppò l’insegnamento dell’architettura nella Scuola di Roma, al fine di trasmettere ai più giovani alcuni tratti della complessa e a volte contraddittoria identità della Facoltà, per aprire un dialogo sul presente e sul futuro. Perché 100 anni di Scuola di Architettura. Testimonianze e storie 1958 – 1980 è un racconto rivolto soprattutto agli studenti, che intreccia saperi e esistenze degli allora allievi con i loro maestri e con il singolare caleidoscopio di eventi che caratterizzò quegli anni irripetibili. Metodologia, approccio visivo e musicale I film e in generale i prodotti dei mass-media, fanno oramai parte della storiografia contemporanea e sono considerati tra le principali fonti per ciò che riguarda la modernità e il contemporaneo, con le loro caratteristiche tecniche che restituiscono anche un importante elemento relativo alla loro rapida evoluzione. Nella ricostruzione storica, l’eterogeneo patrimonio di immagini in movimento costituisce una sorta di testimonianza oculare del passato che coniugata con la narrazione del presente produce una doppia narrazione. Coerentemente a tale approccio il progetto è stato realizzato sue due piani, le videointerviste e le ricerche di archivio, sperimentando un linguaggio specifico. Le videointerviste. Le videointerviste sono state effettuate tra il 2019 e il 2020, in ottemperanza alle normative anti-Covid, da un gruppo di studenti con la supervisione tecnica di Fabio Massimo Iaquone. La scelta di realizzarle negli studi dei docenti e architetti o nelle aule della Facoltà di Architettura, si riallaccia ad uno degli argomenti principali emersi dalle interviste. Dai nove video sono stati individuati i tre temi che hanno costituito altrettanti capitoli. La produzione ha comportato la trascrizione delle interviste, l’estrazione delle parti significative inerenti le tematiche, la creazione di uno storyboard e in seguito il montaggio. I documenti audiovisivi. La ricerca inerente le fonti audiovisive è stata suddivisa nelle due categorie personaggi e eventi, considerando un arco temporale coincidente con quello delle testimonianze dei docenti e architetti. L’indagine è stata avviata in parallelo alla realizzazione delle interviste, ha coinvolto studenti e professori di Sapienza, con la consultazione di documenti conservati principalmente presso le Teche Rai, l’Istituto Luce, l’Archivio Aamod. Sono state oggetto di ricerca e di trasposizione in formato digitale anche importanti fonti sonore, frutto di approfondite ricostruzioni giornalistiche inerenti il 1968. I materiali ordinati cronologicamente sono poi stati inseriti nel Video in relazione alle riflessioni e ai richiami delle memorie dei protagonisti. Nel primo capitolo La Formazione, in ordine di apparizione, si ricordano i personaggi di spicco: Pier Luigi Nervi, Bruno Zevi, Adriano Olivetti, Ludovico Quaroni, Maurizio Sacripanti, Paolo Portoghesi, Renato Nicolini, Filiberto Menna, Giulio Carlo Argan, Simonetta Lux, Sergio Petruccioli, Mario Fiorentino, Carlo Aymonino, Valentino Zeichen, Italo Calvino, Alessandro Anselmi. Nel capitolo Conflitti: Andrea Silipo, le voci di Franco Piperno, Oreste Scalzone e Paolo Pietrangeli per la battaglia di Valle Giulia del 1 marzo 1968, Renato Nicolini per l’Estate romana, frammenti dei telegiornali del ritrovamento della salma di Aldo Moro. Sono state anche utilizzate riprese d’epoca dei concerti di Bob Dylan e di Francesco De Gregori. Mentre il terzo capitolo Disegnare è illustrato da progetti e disegni di Giangiacomo D’Ardia, Carmen Andriani, Franco Purini. La grafica e la musica L’approccio tipografico, ideato da Cristina Chiappini, ha avuto un ruolo significativo nel precisare l’identità del Documentario. Il progetto è stato basato sulla scelta di due caratteri: il Folio per le didascalie delle interviste ai docenti e architetti e degli audiovisivi di archivio, e il Mineral Border per le titolazioni. Il Folio in stile neo-grottesco, venne disegnato nel 1957 dai tedeschi Konrad Bauer e da Walter Baum per Bauer Type Foundry, ed è considerato parte dell’International Typographic Style. Lo stile scarno di questo carattere è neutrale rispetto ai diversi linguaggi visuali che si susseguono negli inserti d’epoca del Documentario, e il modo con cui è utilizzato consente un risultato grafico contemporaneo e sperimentale, con il testo sovrapposto tra girato e spazi neri, le cui variabilità legate ai formati sono considerate parti preziose del progetto stesso. In tal senso, la gabbia tipografica del testo sormonta il girato, sempre considerando la leggibilità. Il Mineral Border disegnato dal francese Benoît Bodhuin, è stato utilizzato per le titolazioni di testa, per i titoli dei tre capitoli e per i titoli di coda, sia in versione statica che animata. Il concetto che sottende entrambe le versioni è l’interpretazione del processo progettuale, partendo dall’idea della costruzione e della stratificazione, ma anche da una visione d’insieme della scrittura/immagine. Il riferimento all’architettura si evince anche negli elementi essenziali delle lettere che sono ispirati alle matrici della Classificazione per sezioni di situazioni spaziali (1968) di Franco Purini. Il numero 100 ha un ruolo fondante nello stile costruttivo del progetto, con il suo farsi animato dapprima delle linee orizzontali, poi delle diagonali, per finire con le verticali. Questa costruzione può essere letta come una corrispondenza biunivoca, dove gli elementi/lettere sono interpretabili sia in pianta che in prospetto. Il 100 si costruisce e decostruisce, scandendo i tre temi del Documentario: La Formazione, Conflitti, Disegnare. Il contributo musicale dei titoli di testa e di coda è composto da Fabio Massimo Iaquone. Uno stile ripetitivo e essenziale che accompagna la costruzione e la decostruzione delle lettere, la composizione e scomposizione del wall finale con un tappeto sonoro discreto, ma non per questo poco suggestivo. Il montaggio e la postproduzione. Il montaggio e la postproduzione sono stati realizzati da Agostino Conforti del Laboratorio Multimediale DISPeS UNICAL, e realizzati con supervisioni esclusivamente online in ragione delle restrizioni imposte dalla pandemia. Il montaggio è caratterizzato da tempi e ritmi serrati e da un lavoro di precisione nella limatura degli incastri tra videointerviste e inserti audiovisivi d’epoca. Note di regia La ricostruzione delle vicende della Scuola di Architettura ha seguito un metodo di indagine, di interpretazione e di visualizzazione diretto, con riferimenti che rimandano a molteplici temi e ricerche storiche. Questa scelta è stata determinata dalla volontà di presentare personaggi e eventi nella loro piena naturalezza e autenticità, secondo un’idea radicale della narrazione audiovisiva che crediamo possa valorizzare il pensiero e i caratteri dei protagonisti. Anche perché, i professori hanno di necessità la virtù di saper padroneggiare la scena, ognuno con il suo linguaggio e la sua gestualità. La polifonia di voci, scenari e immagini ricomposta in frammenti, costituisce un tessuto multimediale essenziale, realizzato attraverso un montaggio ancora più essenziale, senza voce narrante, privo di tappeto sonoro. Testimonianze e storie non ha inizio e non ha fine, non c’è consequenzialità stretta tra i tre capitoli, ma un concatenarsi fluido di eventi e concetti, memorie e immagini. Lontano dallo scetticismo postmoderno, il video cerca di basarsi sulla narrazione storica distinguendola da quella di finzione. Un tema recentemente riportato all’attenzione da Carlo Ginzburg, anche in relazione alle possibilità offerte oggi dalla rete, luogo virtuale della memoria che moltiplica le possibilità di intercettare dati di fatto imprevisti. Una strategia di ricerca che prevede l’incontro fortuito con un documento, nel nostro caso audiovisivo, come una possibilità di ulteriore riflessione, fermo restando il ruolo imprescindibile delle biblioteche e degli archivi. In tal senso, molte delle fonti utilizzate sono state recuperate in internet secondo percorsi associativi, creando connessioni a partire da un personaggio, da un evento, un luogo. A tratti i riferimenti sono spiazzanti, però danno vitalità al racconto nel dislocare lo spettatore lungo il binario del tempo, in contesti e eventi documentati da fonti audio, programmi televisivi, concerti. Alcuni audiovisivi non sono in perfetto stato. Un segnale importante perché colloca queste fonti, con la loro specificità tipologica, nell’ambito della documentazione archivistica ponendo il problema del loro restauro. 100 anni di Scuola di Architettura. Testimonianze e storie 1958 – 1980 è il risultato di un lavoro interdisciplinare e inclusivo, una sperimentazione basata sul confronto tra generazioni differenti secondo un’idea dell’Università come luogo fondamentale della formazione individuale, di gruppi e comunità, dell’acquisizione di saperi e delle dinamiche che sottendono le relazioni umane. Un audiovisivo immaginato come un segmento temporale e identitario costruito mettendo in regia i materiali della memoria e della storia. Si ringraziano Aamod ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO e la Rai Direzione Teche per aver gentilmente concesso i materiali audiovisivi Altri materiali audiovisivi presenti nel documentario sono stati liberamente tratti dalla rete. Si rimane a disposizione per eventuali aventi diritto

Documentario _ 100 anni di Scuola di Architettura alla Sapienza. Testimonianze e storie 1958 – 1980 / DAL FALCO, Federica. - (2021).

Documentario _ 100 anni di Scuola di Architettura alla Sapienza. Testimonianze e storie 1958 – 1980

Federica Dal Falco
Primo
Supervision
2021

Abstract

100 anni di Scuola di Architettura. Testimonianze e storie 1958 – 1980 Documentario Realizzato in occasione delle Celebrazioni del Centenario della Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma Anno: 2021. Durata: 1h e 48 min. Formato Full Hd. Stereo. Colore Pal. Ideazione Federica Dal Falco Cura scientifica Federica Dal Falco con Valentina Valentini e Flavia Dalila D’Amico, Dipartimento PDTA Hanno partecipato, Professori e architetti Carmen Andriani, Laura Armiero, Giovanni Carbonara, Luciano Cupelloni, Giangiacomo D’Ardia, Nicola Di Battista, Antonella Greco, Franco Purini, Carlo Severati, Laura Thermes Realizzazione video interviste Studenti dei corsi di Multimedia design (Prof.ssa Federica Dal Falco) e di Arti elettroniche e digitali (Prof.sse Valentina Valentini e Flavia Dalila D’Amico), Corso di Laurea in Design Comunicazione Visiva e Multimediale Facoltà di Architettura Sapienza Università di Roma Montaggio, consulenza tecnica e postproduzione Agostino Conforti, Laboratorio Multimediale DISPeS UNICAL Progetto grafico e motion design Cristina Chiappini con la collaborazione di Giulietta Maluta Fotografia e realizzazione videointerviste Rachele Brunetti, Alessandro Buzzi, Vittoria Dongu, Simona Elena Grigore Fotografia e realizzazione videointervista Giovanni Carbonara Ylenia Campanelli, Tullio Persiani, Flavia Pilato, Mario Sbardella Fotografia e realizzazione videointervista Franco Purini Amal Anmili, Marzia Carosi, Irene Mirenda, Giulia Villa Supervisione tecnica videointerviste Fabio Massimo Iaquone, Luca Attili Musica Fabio Massimo Iaquone Sinossi 100 anni di Scuola di Architettura. Testimonianze e storie 1958 – 1980, è un progetto di ricerca storica, multimediale, interdisciplinare e didattico, realizzato in occasione delle Celebrazioni del Centenario della Scuola di Architettura. Il Documentario è il frutto della collaborazione tra docenti e studenti del Corso di Laurea in Design Comunicazione Visiva e Multimediale di Sapienza Università di Roma, con il supporto di professionisti nei campi della grafica e multimedialità. Il prodotto è stato costruito avvalendosi di due tipologie di materiali audiovisivi: le testimonianze orali di importanti personalità un tempo studenti della Facoltà e documenti conservati negli Archivi e nelle cineteche della nostra città, che hanno consentito di tratteggiare temi, protagonisti, eventi politici, fenomeni sociali e di costume. Di generazione in generazione le testimonianze di Carmen Andriani, Giovanni Carbonara, Giangiacomo D’Ardia, Nicola Di Battista, Antonella Greco, Franco Purini, Carlo Severati, Laura Thermes, ci conducono attraverso il tempo, richiamando il pensiero e le azioni di architetti, docenti e intellettuali che hanno costituito un riferimento della cultura progettuale italiana e internazionale. Le memorie dei protagonisti sono alimentate dalla storia e viceversa. La ricomposizione in frammenti tra la materia soggettiva del ricordo che arricchisce e plasma e gli inserti d’epoca lascia spazio ad altri approfondimenti. Un mosaico di memorie che non ha pretesa di esaustività, e rappresenta una delle angolazioni attraverso cui rileggere alcune tra le tante storie che hanno accompagnato l’evoluzione della Facoltà. Soggetto Un elemento peculiare del Documentario è il suo basarsi su due dati connaturati nell’Istituzione universitaria. Il primo è il più lapalissiano, ma anche il più singolare: riguarda la coesistenza in uno stesso luogo e per un certo tempo di diverse generazioni, legate da interessi e obiettivi comuni, da percorsi culturali e di ricerca. Questa coabitazione porta con sé una sostanza propriamente umana, dove le relazioni tra singoli studenti, docenti e gruppi si intrecciano e si rompono, tra amicizie e inimicizie, scelte di campo politiche, disillusioni e successi. Un eterogeneo insieme di storie e cronache che da un certo punto di vista ricorda i grandi affreschi balzachiani e potrebbe essere studiato in modo sistematico nei suoi aspetti propriamente umani e sociali. Il secondo è la sua funzione primaria e riguarda l’insegnamento e la trasmissione dei saperi, da inquadrare in modo ampio, non solo dal punto di vista dei contenuti, delle metodologie e degli aspetti pedagogici, ma anche come influenza dei linguaggi, delle posizioni culturali, dei comportamenti e del gusto. Università quindi non solo come luogo della conoscenza, ma anche come spazio esistenziale e teatro delle vicissitudini di generazioni a confronto, legate agli eventi storici e politici che hanno segnato il nostro paese, la nostra città, la complessa identità della Facoltà. Nel video, questo elemento è ben presente nelle testimonianze dei docenti e architetti intervistati e negli inserti audiovisivi che restituiscono una fenomenologia e un’antropologia tutta romana. Il periodo considerato fa riferimento alle iscrizioni alla Scuola di Architettura e al conseguimento delle lauree delle due generazioni che hanno partecipato. Se alla fine degli anni Cinquanta, la formazione degli allora allievi iniziò durante il boom economico con il passaggio all’Università di massa, la nascita del Movimento studentesco, l’identificazione tra politica e cultura e l’esplosione del 68; la generazione successiva si trovò nel pieno delle contraddizioni tra anni di piombo e estate romana, e nel mantenere saldi alcuni riferimenti maturati dalla precedente approdò al guado del pensiero postmoderno con rinnovata capacità critica. Nel tentativo di comunicare le complesse e irripetibili stagioni che segnarono la Scuola di Architettura di quegli anni, abbiamo concepito la struttura del Documentario come un libro in capitoli. Dalle interviste sono emersi tre temi comuni, autonomi ma interrelati, che sono stati divisi in altrettanti tempi: la Formazione dei protagonisti esperita tra il 1958 e gli anni Ottanta, il manifestarsi e l’esplodere di Conflitti dal 1963 agli albori della postmodernità, il Disegno manuale quale pratica concettuale della simultaneità dell’atto progettuale a confronto con la rappresentazione digitale. Questa sorta di antologia vivente porta con sé molte questioni legate alla storia dell’architettura, ai cambiamenti culturali, politici e dei costumi, che aprono al confronto, all’approfondimento e a nuove prospettive. Tra i diversi argomenti spiccano le contrapposizioni ideologiche, collegate a docenti e a gruppi di studenti e associate alle scelte culturali, come la battaglia per l’organicismo di Bruno Zevi, il vulnus che identificò quale reazionario Saverio Muratori e il suo insegnamento e la scelta di molti per il “dubbio quaroniano”, l’ostracismo di cui sono stati oggetto architetti e opere del ventennio il cui mercoledì delle ceneri non è ancora tramontato, il rapporto con l’antico e la colleganza tra storia e progetto, la crisi profonda della professione già denunciata da Maurizio Sacripanti, l’inevitabile incomunicabilità tra le generazioni che nel 68 si presentò con toni asprissimi. Un quadro che fa riflettere sulla possibilità di rileggere in controluce gli elementi di continuità e discontinuità tra l’architettura degli anni Venti e Trenta del Novecento, l’Italia del dopoguerra, e via via le opere giunte fino a noi. Ma anche la complessità delle posizioni culturali e delle politiche universitarie che hanno contraddistinto la storia della Facoltà. Vi è poi la nascita degli studi, quel singolare fenomeno che a Roma si manifestò in modo macroscopico. Nella cosiddetta “controscuola”, gruppi di studenti discutevano, progettavano e autogestivano i loro riferimenti culturali attingendo alla filosofia e alla politica nel segno della sperimentazione interdisciplinare tra arte, architettura, teatro, cinema. Un approccio antesignano delle contemporanee teorie e pratiche votate alla contaminazione dei saperi, che andrebbe riconsiderato e analizzato a fondo per comprendere la continuità e discontinuità che lega la rinnovata integrazione dei rapporti complementari fra le discipline alle sue radici. Un altro sottotema riguarda la produzione culturale e scientifica con opere prestigiose quali il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica diretto da Poalo Portoghesi, o la fondazione di nuove riviste come Controspazio, che costituirono un luogo di confronto tra studiosi e in generale tra le diverse tendenze dell’architettura italiana. Anche considerando le modalità con cui in quegli anni si sviluppò il rapporto tra l’architettura e i media, portando il dibattito disciplinare nelle case degli italiani con la partecipazione a programmi televisivi di personaggi di spicco della cultura del progetto. Infine il sottotesto che permea il clima culturale del periodo. E’ il tramonto della distinzione tra “cultura alta e cultura bassa” che costituisce il fil rouge delle esperienze dei protagonisti, ricordato come uno dei fenomeni più importanti della modernità in un gioco di specchi tra memorie e interventi presenti nei documenti audiovisivi. Per concludere, il nostro obiettivo è stato quello di restituire una delle possibili letture delle modalità con cui si sviluppò l’insegnamento dell’architettura nella Scuola di Roma, al fine di trasmettere ai più giovani alcuni tratti della complessa e a volte contraddittoria identità della Facoltà, per aprire un dialogo sul presente e sul futuro. Perché 100 anni di Scuola di Architettura. Testimonianze e storie 1958 – 1980 è un racconto rivolto soprattutto agli studenti, che intreccia saperi e esistenze degli allora allievi con i loro maestri e con il singolare caleidoscopio di eventi che caratterizzò quegli anni irripetibili. Metodologia, approccio visivo e musicale I film e in generale i prodotti dei mass-media, fanno oramai parte della storiografia contemporanea e sono considerati tra le principali fonti per ciò che riguarda la modernità e il contemporaneo, con le loro caratteristiche tecniche che restituiscono anche un importante elemento relativo alla loro rapida evoluzione. Nella ricostruzione storica, l’eterogeneo patrimonio di immagini in movimento costituisce una sorta di testimonianza oculare del passato che coniugata con la narrazione del presente produce una doppia narrazione. Coerentemente a tale approccio il progetto è stato realizzato sue due piani, le videointerviste e le ricerche di archivio, sperimentando un linguaggio specifico. Le videointerviste. Le videointerviste sono state effettuate tra il 2019 e il 2020, in ottemperanza alle normative anti-Covid, da un gruppo di studenti con la supervisione tecnica di Fabio Massimo Iaquone. La scelta di realizzarle negli studi dei docenti e architetti o nelle aule della Facoltà di Architettura, si riallaccia ad uno degli argomenti principali emersi dalle interviste. Dai nove video sono stati individuati i tre temi che hanno costituito altrettanti capitoli. La produzione ha comportato la trascrizione delle interviste, l’estrazione delle parti significative inerenti le tematiche, la creazione di uno storyboard e in seguito il montaggio. I documenti audiovisivi. La ricerca inerente le fonti audiovisive è stata suddivisa nelle due categorie personaggi e eventi, considerando un arco temporale coincidente con quello delle testimonianze dei docenti e architetti. L’indagine è stata avviata in parallelo alla realizzazione delle interviste, ha coinvolto studenti e professori di Sapienza, con la consultazione di documenti conservati principalmente presso le Teche Rai, l’Istituto Luce, l’Archivio Aamod. Sono state oggetto di ricerca e di trasposizione in formato digitale anche importanti fonti sonore, frutto di approfondite ricostruzioni giornalistiche inerenti il 1968. I materiali ordinati cronologicamente sono poi stati inseriti nel Video in relazione alle riflessioni e ai richiami delle memorie dei protagonisti. Nel primo capitolo La Formazione, in ordine di apparizione, si ricordano i personaggi di spicco: Pier Luigi Nervi, Bruno Zevi, Adriano Olivetti, Ludovico Quaroni, Maurizio Sacripanti, Paolo Portoghesi, Renato Nicolini, Filiberto Menna, Giulio Carlo Argan, Simonetta Lux, Sergio Petruccioli, Mario Fiorentino, Carlo Aymonino, Valentino Zeichen, Italo Calvino, Alessandro Anselmi. Nel capitolo Conflitti: Andrea Silipo, le voci di Franco Piperno, Oreste Scalzone e Paolo Pietrangeli per la battaglia di Valle Giulia del 1 marzo 1968, Renato Nicolini per l’Estate romana, frammenti dei telegiornali del ritrovamento della salma di Aldo Moro. Sono state anche utilizzate riprese d’epoca dei concerti di Bob Dylan e di Francesco De Gregori. Mentre il terzo capitolo Disegnare è illustrato da progetti e disegni di Giangiacomo D’Ardia, Carmen Andriani, Franco Purini. La grafica e la musica L’approccio tipografico, ideato da Cristina Chiappini, ha avuto un ruolo significativo nel precisare l’identità del Documentario. Il progetto è stato basato sulla scelta di due caratteri: il Folio per le didascalie delle interviste ai docenti e architetti e degli audiovisivi di archivio, e il Mineral Border per le titolazioni. Il Folio in stile neo-grottesco, venne disegnato nel 1957 dai tedeschi Konrad Bauer e da Walter Baum per Bauer Type Foundry, ed è considerato parte dell’International Typographic Style. Lo stile scarno di questo carattere è neutrale rispetto ai diversi linguaggi visuali che si susseguono negli inserti d’epoca del Documentario, e il modo con cui è utilizzato consente un risultato grafico contemporaneo e sperimentale, con il testo sovrapposto tra girato e spazi neri, le cui variabilità legate ai formati sono considerate parti preziose del progetto stesso. In tal senso, la gabbia tipografica del testo sormonta il girato, sempre considerando la leggibilità. Il Mineral Border disegnato dal francese Benoît Bodhuin, è stato utilizzato per le titolazioni di testa, per i titoli dei tre capitoli e per i titoli di coda, sia in versione statica che animata. Il concetto che sottende entrambe le versioni è l’interpretazione del processo progettuale, partendo dall’idea della costruzione e della stratificazione, ma anche da una visione d’insieme della scrittura/immagine. Il riferimento all’architettura si evince anche negli elementi essenziali delle lettere che sono ispirati alle matrici della Classificazione per sezioni di situazioni spaziali (1968) di Franco Purini. Il numero 100 ha un ruolo fondante nello stile costruttivo del progetto, con il suo farsi animato dapprima delle linee orizzontali, poi delle diagonali, per finire con le verticali. Questa costruzione può essere letta come una corrispondenza biunivoca, dove gli elementi/lettere sono interpretabili sia in pianta che in prospetto. Il 100 si costruisce e decostruisce, scandendo i tre temi del Documentario: La Formazione, Conflitti, Disegnare. Il contributo musicale dei titoli di testa e di coda è composto da Fabio Massimo Iaquone. Uno stile ripetitivo e essenziale che accompagna la costruzione e la decostruzione delle lettere, la composizione e scomposizione del wall finale con un tappeto sonoro discreto, ma non per questo poco suggestivo. Il montaggio e la postproduzione. Il montaggio e la postproduzione sono stati realizzati da Agostino Conforti del Laboratorio Multimediale DISPeS UNICAL, e realizzati con supervisioni esclusivamente online in ragione delle restrizioni imposte dalla pandemia. Il montaggio è caratterizzato da tempi e ritmi serrati e da un lavoro di precisione nella limatura degli incastri tra videointerviste e inserti audiovisivi d’epoca. Note di regia La ricostruzione delle vicende della Scuola di Architettura ha seguito un metodo di indagine, di interpretazione e di visualizzazione diretto, con riferimenti che rimandano a molteplici temi e ricerche storiche. Questa scelta è stata determinata dalla volontà di presentare personaggi e eventi nella loro piena naturalezza e autenticità, secondo un’idea radicale della narrazione audiovisiva che crediamo possa valorizzare il pensiero e i caratteri dei protagonisti. Anche perché, i professori hanno di necessità la virtù di saper padroneggiare la scena, ognuno con il suo linguaggio e la sua gestualità. La polifonia di voci, scenari e immagini ricomposta in frammenti, costituisce un tessuto multimediale essenziale, realizzato attraverso un montaggio ancora più essenziale, senza voce narrante, privo di tappeto sonoro. Testimonianze e storie non ha inizio e non ha fine, non c’è consequenzialità stretta tra i tre capitoli, ma un concatenarsi fluido di eventi e concetti, memorie e immagini. Lontano dallo scetticismo postmoderno, il video cerca di basarsi sulla narrazione storica distinguendola da quella di finzione. Un tema recentemente riportato all’attenzione da Carlo Ginzburg, anche in relazione alle possibilità offerte oggi dalla rete, luogo virtuale della memoria che moltiplica le possibilità di intercettare dati di fatto imprevisti. Una strategia di ricerca che prevede l’incontro fortuito con un documento, nel nostro caso audiovisivo, come una possibilità di ulteriore riflessione, fermo restando il ruolo imprescindibile delle biblioteche e degli archivi. In tal senso, molte delle fonti utilizzate sono state recuperate in internet secondo percorsi associativi, creando connessioni a partire da un personaggio, da un evento, un luogo. A tratti i riferimenti sono spiazzanti, però danno vitalità al racconto nel dislocare lo spettatore lungo il binario del tempo, in contesti e eventi documentati da fonti audio, programmi televisivi, concerti. Alcuni audiovisivi non sono in perfetto stato. Un segnale importante perché colloca queste fonti, con la loro specificità tipologica, nell’ambito della documentazione archivistica ponendo il problema del loro restauro. 100 anni di Scuola di Architettura. Testimonianze e storie 1958 – 1980 è il risultato di un lavoro interdisciplinare e inclusivo, una sperimentazione basata sul confronto tra generazioni differenti secondo un’idea dell’Università come luogo fondamentale della formazione individuale, di gruppi e comunità, dell’acquisizione di saperi e delle dinamiche che sottendono le relazioni umane. Un audiovisivo immaginato come un segmento temporale e identitario costruito mettendo in regia i materiali della memoria e della storia. Si ringraziano Aamod ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO e la Rai Direzione Teche per aver gentilmente concesso i materiali audiovisivi Altri materiali audiovisivi presenti nel documentario sono stati liberamente tratti dalla rete. Si rimane a disposizione per eventuali aventi diritto
2021
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1671272
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